Biografia


Carlo Bernardini Biografia

a cura di Valentina Pinto

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Carlo Bernardini nasce a Viterbo nel 1966; esordisce nei primi anni ‘90 con una pittura astratta la cui attenzione è rivolta al confronto dialettico tra la linea e il monocromo, affrontando fin da subito il tema concettuale e raffigurativo del rapporto spazio-luce. Questa ricerca lo porta nel 1996 a presentare al Palazzo delle Esposizioni di Roma per la XII Quadriennale dei lavori su tavola di grandi dimensioni con interventi di pigmenti e fosforo che, attraverso l’esposizione alla luce di Wood, generano due distinte e autonome condizioni visive: la prima in luce reale, la seconda al buio come una sorta di negativo fotografico della prima.

Nella prima metà degli anni ‘90 il suo lavoro giunge ad affrontare la terza dimensione, dapprima facendo fuoriuscire dalle superfici di tela o tavola dei tubi d’acciaio che proiettano ombre reali, poi progettando e realizzando a partire dal 1996 installazioni in fibre ottiche e sculture-installazioni in acciaio inox e fibre ottiche, superfici OLF (Optical lighting film) e superfici elettro-luminescenti, che lo spettatore percepisce in modo diverso, e con forma diversa, a seconda del variare della sua posizione nello spazio.

Nel 1997 pubblica il saggio teorico sulla Divisione dell’unità Visiva, dove affronta, appunto, la relatività delle percezioni e sensazioni nei confronti dell’opera. Al 1999 risale la prima mostra personale alla Galleria Spaziotemporaneo di Milano, città nella quale si trasferirà a vivere e insegnare dopo una lunga permanenza nella capitale.

È proprio la sperimentazione di un mezzo espressivo nuovo come la fibra ottica che lo spinge ad interagire con le architetture e gli spazi esterni, giungendo così a trasformare l’ambiente da contenitore dell’opera ad opera stessa, concependo l’installazione come uno spazio permeabile dove lo spettatore entra, vivendo una nuova dimensione ridisegnata dalle linee di luce.

Dalla fine degli anni ’90 gli vengono commissionate le prime installazioni ambientali in grandi spazi esterni; tra gli interventi di maggiore rilievo in luoghi pubblici và menzionata l’installazione alla Galleria Nazionale della Pilotta a Parma (1998), l’intervento ambientale a Reggio Emilia nella spettacolare cornice cinquecentesca dei Chiostri di San Domenico (1999) e la grande installazione a Padova realizzata su via Fiume al Palazzo della Ragione (2000).

Nel 2002 viene invitato alla XX Triennale di Milano e a Sculpture Space, Utica (New York); l’anno seguente alla XIV Quadriennale al Palazzo Reale a Napoli. Sempre nel 2002 vince il premio Targetti Art Light Collection White Sculpture e per ben 2 volte (nel 2000 e nel 2005) il premio Overseas Grantee della Pollock Krasner Foundation di New York.

Proprio i numerosi soggiorni newyorkesi di questi anni sono determinanti nella concezione delle nuove sculture in cui la linearità, la tensione, e la spinta verso l’alto risentono del fascino dell’architettura razionale, verticale, luminosa e specchiante dello skyline della metropoli. Nel 2004 progetta La Quarta Direzione dello Spazio, un’ipotesi visiva sperimentale in cui all’interno dell’installazione in fibra ottica si attivano al passaggio dei visitatori dei video interattivi di luce astratta in movimento, mirando a creare una sovrapposizione simultanea della percezione dinamica sulla percezione statica. La realizzazione definitiva del progetto a cui prende parte con i video la film-maker brasiliana M.Sobral avverrà poi quattro anni più tardi presso la Galleria Bruna Soletti di Milano.

L’anno seguente viene invitato all’ Accademia Nazionale di San Luca dove presenterà una sculto-installazione in acciaio e fibre ottiche. Tra le esposizioni internazionali di maggior prestigio di questi anni vanno citate la mostra del 2002 alla National Gallery of Contemporary Art di Bangkok, la grande mostra del 2004 al Museo Paço Imperial di Rio De Janeiro e la presentazione nel 2007 dell’installazione Event Orizont allo Swing Space di New York.

Del 2008 è il progetto Light Waves, opera permanente installata nell’ingresso dell’aeroporto di Brindisi in cui Bernardini attraverso l’interazione tra le sue sculture prismatiche di luce e un’installazione audiovisiva, genera una pulsione impalpabile dello spazio totale modificando la percezione del luogo. Nello stesso anno presenta un gigantesco intervento ambientale nell’Umbracle della Ciudad de las Artes y las Ciencias di Valencia ponendo in dialogo le sue geometrie di luce con la celebre opera architettonica di Santiago Calatrava. Contemporaneamente progetta per il Museo La Nau dell’Università di Valencia un’installazione che si estende in altezza su tre piani degli spazi espositivi, creando un disegno che cambia secondo i punti di vista e secondo gli spostamenti dello spettatore, che si trova così a vivere fuori e dentro l’opera. Un ulteriore sviluppo sperimentale del linguaggio si riscontra nelle Interrelazioni nello Spazio al Castello di Rivara, in cui un’unica installazione in fibre ottiche eludendo la fisicità delle pareti ingloba al suo interno gli ambienti, passando da parte a parte senza soluzione di continuità. Ancora del 2008 è la sua mostra personale al Museo di Lissone, dove presenta oltre ad uno spettacolare intervento nelle sale del museo, un’imponente installazione aerea in esterno.

Il 2009 è un anno molto impegnativo sotto il punto di vista espositivo: in occasione di Art First 2009 presenta a Bologna Codice Spaziale, un imponente installazione aerea che sovrasta la centralissima Piazza S. Stefano, viene invitato a New York per il D.U.M.B.O. Art Festival e realizza una grande scultura ambientale per il progetto Twister al MAM – Museo Arte Moderna e Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti (MN) ed un’installazione alla GAM di Gallarate. Lo stesso anno viene invitato da Bruno Corà alla mostra Corpo, automi, robot al Museo d’arte di Lugano e presenta un ambizioso progetto a Milano a Palazzo Litta, dove le fibre ottiche partendo dalla facciata del palazzo seicentesco si insinuano sino alle sue sale interne attraversando pavimenti e pareti, inglobando e ridisegnando gli spazi architettonici. Sempre del 2009 sono le sue ultime tre mostre personali: alla galleria torinese Velan nella quale presenta l’installazione Codice Progressivo dello Spazio, a Milano da Grossetti Arte Contemporanea dove la fibra ottica attraversa e oltrepassa le pareti della galleria e infine alla Delloro Arte Contemporanea di Roma dove progetta un’installazione che partendo dai palazzi prospicenti alla galleria penetra e si sviluppa all’interno degli spazi espositivi.

Nel 2010 ha realizzato un’opera permanente per il Musma a Matera; sempre del 2010 sono le grandi installazioni al NIMk di Amsterdam, alla Spuiplein a The Hague – L’Aia, al CityQuartier DomAquarée, di Berlino per l’ArtLight Berlin, e a Milano, dove realizza Campo organico di luce, per la mostra sulla Scultura italiana del XXI secolo alla Fondazione Arnaldo Pomodoro. Lo scorso Novembre 2010 partecipa all’edizione di Luci d’Artista di Torino con l’opera Cristallizzazione Sospesa allestita nel cortile del seicentesco Palazzo Bertalazone.

Del 2011 è la mostra personale alla Delloro Arte Contemporanea di Berlino con l’installazione ambientale Vacuum, e la partecipazione a Londra con installazioni di grandi dimensioni a The Arc Show presso il Business Design Centre ed alla Kinetica Art Fair presso Ambika P3 alla University of Westminister.

Nello stesso anno realizza l’installazione Disegno del Vuoto presso la Bocconi Art Gallery, nell’Università Bocconi di Milano, ed a Roma i due grandi interventi ambientali La Rivincita dell’Angolo al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea, e La Luce oltre la Materia nella Chiesa di Santa Maria in Montesanto. Nel 2012 Bernardini è invitato presso il FAD festival de arte digital, alla Funarte fundação de arte di Belo Horizonte, ed al Meet in town, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e l’installazione La Materia è il Vuoto, all’interno della “Zona rossa” nel Castello Cinquecentesco di L’Aquila.

Nel 2012 Bernardini è invitato presso il FAD festival de arte digital, alla Funarte fundação de arte di Belo Horizonte, al Meet in town, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e nella mostra Claim, Lützowstraße 70 in Berlin.

Nel 2013 è invitato a Londra presso la House Peroni con l’installazione Infinity, a Metz nell’ambito della Nuit Blanche 06 con l’installazione Submerged Breath presso la Square du Luxembourg nelle acque del fiume che attraversa la città la Moselle Canalisée, a Digital Life presso il Macro Testaccio di Roma con l’installazione Vuoto Sospeso, e a Catanzaro nella mostra storica Artisti nello Spazio, gli ambienti da Lucio Fontana ad oggi, presso il Complesso Monumentale del San Giovanni.

Nel 2014 realizza per la città di Prato, la grande installazione permanente Il Passo della Luce in collaborazione con il Museo Pecci, un intervento tra la porta del Castello dell’Imperatore ed il Cassero medioevale, un percorso tra l’interno e l’esterno che attraverso la luce ricrea sulla Fortezza la congiunzione ideale con la parte del Cassero oggi mancante; realizza la grande installazione Il respiro del vuoto per Icastica 2014 ad Arezzo in Piazza Libertà, espone con il progetto Dimensioni Invisibili per la 4th edizione della Bienal del Fin del Mundo a Mar del Plata e negli Emirati arabi alla 17th edizione dell’Islamic art festival di Sharjah, presso lo Sharjah Art Museum.

Nel 2015 Bernardini è invitato a Curitiba nella Bienal de Curitiba al Museu Oscar Niemeyer, con il progetto Invisible Dimensions, alla Pop Austin 2015 ad Austin (TX) con il progetto Light Trasformation ed a Bratislava per Sculpture and Object XX, con un intervento personale site-specific al Milan Dobeš Museum.

Nel 2016 realizza la grande installazione Dimensioni Invisibili presso “La Porta di Milano”, al Terminal 1 dell’Aeroporto di Malpensa, l’opera Traiettorie Orbitali al Palazzo del Broletto a Como, e l’installazione presso la Global Innovator Conference 2016 all’898 Innospace di Pechino.

Il 2017 vede invece la partecipazione dell’artista alla seconda Bienal Internacional de Asuncion, Significar lo Imposible, presso la UPAP, Una Universidad Todo un Pais di Asuncion, l’intervento Oltrelimite, per Effimera, Suoni, Luci, Visioni, al MATA di Modena, l’opera Suspended Space al Politecnico di Milano e l’installazione per la mostra Incorporeal Flicker, allo Wanlin Art Museum della Wuhan University di Wuhan.

Carlo Bernardini vive e lavora a Milano; insegna Installazioni Multimediali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.


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